Il digitale è più efficace con la formazione continua
La transizione digitale è un’occasione di rilancio della competitività per le imprese, ma in Italia si fa ancora fatica a scalare le classifiche perché mancano le competenze.
Nel consueto Osservatorio dedicato a questi temi, realizzato da Fondazione IBM Italia e The European House Ambrosetti, emergono criticità e progressi in tema di digitalizzazione, nel privato e nelle pubbliche amministrazioni. In questo contesto si inseriscono le risorse dedicate dal PNRR italiano. Emerge infatti che gli investimenti nel digitale superino la somma di quelli previsti in Spagna, Francia e Germania: 41,3 miliardi di euro contro i 48,1 messi sul piatto dal nostro Paese. La Missione 1 Digitalizzazione, inoltre, è la prima in classifica per spesa sostenuta (44% sull’importo assegnato). Ma dopo le luci, le ombre. Le dolenti note riguardano infatti lo stato dell’arte: nell’Osservatorio emerge chiaramente il posizionamento dell’Italia rispetto agli altri Paesi europei. Tre gli ambiti di analisi: cittadini, imprese e PA. Il risultato è che, pur migliorando in alcuni indicatori, l’Italia corre più lentamente rispetto al contesto europeo, ad esempio sul fronte della percentuale di imprese che hanno definito o aggiornato la policy di sicurezza ICT negli ultimi due anni.
La trasformazione digitale nelle piccole e medie imprese
Nell’Osservatorio si evidenzia come sia meno di un terzo del campione (28%) il numero di imprese italiane che hanno raggiunto un livello di intensità digitale “alto” o “molto alto”, sebbene molte si siano dotate di esperti in campo ICT. Consapevoli della necessità di rafforzare l’integrazione tecnologica nei processi produttivi, nel corso del periodo analizzato nell’Osservatorio il 4,1% ha dichiarato di aver arruolato un esperto informatico, contro il 3,9% dell’edizione precedente.
Il gap con le grandi imprese nella formazione digitale
Nell’Osservatorio si registra un gap tra grandi imprese e pmi rispetto alla formazione erogata per l’aggiornamento digitale. Tra le grandi imprese intraprende questa strada il 65,4% del totale, mentre tra le piccole e le medie (da 10 a 250 addetti) la percentuale si ferma al 18,4%. In entrambi i casi, comunque si registra un aumento rispetto all’anno precedente, rispettivamente, del 13,2% e del 6,2%.
Competenze, leva strategica per abilitare la formazione digitale in Italia
Nella classifica stilata nell’Osservatorio, l’Italia risulta quart’ultima rispetto alla capacità di coniugare le competenze. Si far riferimento al cosiddetto “skill matching UE”, un parametro che misura quanto le competenze possedute dai lavoratori siano (o meno) allineate a quelle richieste dal mondo del lavoro. Fatto 100 il massimo del punteggio, il nostro Paese si ferma a quota 31, appena un gradino sopra Cipro, e avanti solo a Grecia e Spagna, e ben 24 punti sotto la media UE27 (55). Il risultato è che in un caso su due le aziende faticano a trovare lavoratori con competenze informatiche e digitali.
Competenze digitali e sviluppo di IA
Nell’Osservatorio emerge come la mancanza di competenze sia la principale barriera all’adozione efficace di sistemi di intelligenza artificiale. Barriera considerata più insormontabile dei costi: sul totale delle aziende coinvolte nell’esplorazione dell’IA, il 33% denuncia proprio le “capacità limitate”, contro il 21% che lamenta “prezzi alti”.
L’impatto della formazione sull’utilizzo dell’IA
Per avere buoni risultati dall’intelligenza artificiale serve la formazione: è questo il dato evidente che emerge dalle interviste sul gradimento degli utilizzatori di IA. Chi è stato formato riscontra un miglioramento in tutti i parametri analizzati rispetto a chi non ha ricevuto alcuna formazione: performance (88% contro 69%), piacere (77% contro 46%), salute mentale (68% contro 26%), salute fisica (69% contro 39%) e sicurezza (57% contro 27%).
Fondartigianato e la formazione continua nel digitale
Proprio per sostenere la formazione continua nel campo della digitalizzazione, Fondartigianato pubblica Inviti periodici per finanziare progetti su temi legati alla trasformazione digitale. L’ultimo, in ordine di tempo, è l’Invito 2-2024, presentato la scorsa primavera, nel quale si fa espresso riferimento ai processi di innovazione nell’ambito della Linea 6, dedicata alle microimprese e alla Linea 7, per ciò che riguarda i progetti da dedicare allo sviluppo di prodotto e processo (Linea P.A.S.). Risorse che vanno a supporto delle micro e piccole imprese artigiane che vogliono innovare i propri processi e dei lavoratori che necessitano di aggiornamenti professionali. Per garantire percorsi formativi efficaci, Fondartigianato collabora con enti di formazione specializzati nella digitalizzazione, partner tecnologici e accademici in grado di offrire formazione avanzata e aggiornata.
Le iniziative del Fondo per favorire l’upskilling e il reskilling
Il Fondo promuove percorsi di upskilling (perfezionamento delle competenze) e reskilling (riqualificazione professionale) per costruire percorsi formativi su misura, a partire dall’analisi dei loro fabbisogni. Iniziative che testimoniano l’impegno di Fondartigianato nel favorire l’adozione delle competenze digitali: leva di crescita per il settore artigiano e per le pmi.